23 Novembre 2021

Intervista a Silvia De Dominicis, Alumna Luiss, Presidente e AD Johnson & Johnson Medical e Vice Presidente Confindustria Dispositivi Medici

Quando parliamo di violenza sulle donne, non ci riferiamo solo alla violenza fisica, ma anche a quella psicologica, verbale, sessuale ed economica. Quale può essere secondo te una via d’uscita? L’approvazione della legge sulla parità salariale è un passo in avanti anche in tal senso?

La violenza sulle donne è inaccettabile in qualsiasi sua forma. Alla base dei comportamenti violenti ci sono spesso stereotipi culturali circa il ruolo delle donne nella società. Da questi stereotipi derivano tutte le discriminazioni che ancora oggi penalizzano le donne nella vita privata e professionale. Leggi come quella appena approvata sulla parità salariale sono certamente passi fondamentali per garantire equi diritti alle donne. Tuttavia, per cambiare realmente la cultura della società servono i comportamenti delle persone, uomini e donne. Ognuno di noi ha un ruolo, come leader d’azienda, genitore, coniuge, amico, collega: dobbiamo tutti sforzarci di essere un modello di inclusione, equità e rispetto verso l’altro. Devo dire che le nuove generazioni, fortunatamente, hanno molti meno pregiudizi di quelli con i quali siamo cresciuti noi negli anni 80-90.

 

Essere donna nella sua carriera l’ha aiutata o penalizzata?

Non credo che la mia carriera sia collegata al mio genere. Nel mio percorso professionale sono sempre stata spinta da una grande curiosità e voglia di imparare cose nuove, più che dai titoli o dalle ‘stellette sulla giacca’. Questa attitudine mi ha dato l’opportunità di mettermi alla prova in tanti ruoli e creare quel profilo “rotondo” con competenze in vari ambiti aziendali, nonché di allenare la mia flessibilità ed adattabilità in contesti diversi. Sicuramente sono stata fortunata a lavorare per un’azienda per cui la diversità di genere è un valore da oltre 130 anni: pensate che nel secolo scorso 8 dei 14 primi impiegati di J&J erano donne.

 

Qual è l’insegnamento più importante che possiamo trasmettere ai nostri figli e per far sì che le terrificanti statistiche di oggi non siano più così spaventose un domani?

Come dicevo prima, è con il buon esempio che si cambia la cultura. Sforziamoci di ragionare sugli stereotipi culturali che condizionano anche noi donne: ognuno di noi ne ha, basta esserne consapevoli. Insegniamo ai nostri figli che non esistono cose da “femmine” e cose da “maschi”. Invogliamo le nostre figlie a studiare le materie scientifiche ed incoraggiamo i nostri figli a manifestare le proprie emozioni, senza considerarle debolezze. Dividiamoci la responsabilità della cura della casa e dei figli con i nostri compagni: si è genitori in due ed è bellissimo vivere questa esperienza insieme. Smettiamola di sentirci in colpa per non essere perfette nei differenti ruoli che ricopriamo e non poniamo limiti alla nostra realizzazione personale. I nostri figli ci osservano e diventeranno quello che facciamo vedere loro.

 

Chiara Rinaldi, Giornalista