
Qual è il primo ricordo che le viene in mente pensando agli anni trascorsi in Luiss?
Ricordo momenti bellissimi in Luiss, che ancora oggi mi tornano in mente. La scelta di questa università è stata vincente per il mio percorso professionale. Mi piace definire Luiss come la fabbrica
delle mie aspirazioni e l’incubatore dei miei progetti professionali, perché ho potuto vivere esperienze che mi hanno reso consapevole del percorso che volevo intraprendere. Ha rappresentato un momento importante proprio l’inizio del mio percorso universitario: memorabile il saluto di benvenuto ricevuto il primo giorno dall’allora Direttore Generale Pierluigi Celli, un mentore per tutti noi studenti. Un altro ricordo importante è legato alla discussione della tesi di laurea, o meglio alla sua preparazione. Il lavoro che ho potuto fare sviluppando una tesi sperimentale mi ha consentito di entrare nel mondo del lavoro ancor prima della laurea, di poter fare esperienza sul campo con un approccio pragmatico.
In che modo la Luiss ha contribuito a creare un ponte con il mondo del lavoro?
Luiss mi ha dato un approccio pragmatico alle cose attraverso progetti, confronti anche non convenzionali rispetto agli standard universitari tipici, mi ha fatto capire che oltre alle conoscenze tecniche, per diventare un buon manager è necessario allenare il più possibile le soft skills. Le competenze e le abilità sviluppate in quegli anni mi hanno dato un vantaggio competitivo, una consapevolezza da mettere in pratica nel mondo del lavoro.
Ci racconta le emozioni che ha provato nel ricevere il riconoscimento Premio Giovane Manager 2022 da Federmanager? Cosa ha significato per lei ottenerlo?
Il riconoscimento arriva da Federmanager, il più grande network di manager d’azienda che c’è in Italia, per questo è una grande soddisfazione rientrare tra i migliori dieci manager under 44 italiani, su una selezione di circa 1.800 candidati manager d’azienda. Un bel traguardo per me, se mi guardo indietro tra esperienze compiute e anche ostacoli superati. Rappresenta anche un modo per poi porsi nuovi obiettivi sempre più ambiziosi.
Quali valori, secondo lei, uniscono più di altri gli Alumni Luiss?
Luiss è come una bandiera, noi studenti la chiamiamo ‘mamma Luiss’ non a caso. È una bandiera sotto la quale abbiamo trovato una nostra identità e ci dà un grande senso di appartenenza. Insegna a porsi degli obiettivi, si comprende l’importanza dell’impregno per raggiungerli e aiuta a sviluppare un forte senso di responsabilità proprio verso quegli obiettivi ambiziosi, e ancora a rispettare le scadenze. Quanto abbiamo potuto sviluppare all’università, è nostro dovere replicarlo e testimoniarlo nelle organizzazioni in cui si lavora, cercando di ispirare lo stesso valore di responsabilità nei più giovani con cui lavoriamo, per cercare poi di tirar fuori da loro il meglio, ponendoci come esempio, e infine essere di supporto nella loro crescita e nel percorso professionale.