
Considerata la tua recente nomina di Leader del nuovo Chapter dell’Associazione Laureati Luiss che l’Associazione ha aperto a San Paolo, raccontaci cosa rappresenta per te questo nuovo incarico di “ambasciatore” e quanto sia importante creare nuove collaborazioni, anche accademiche, in Stati come Brasile e Argentina.
Mi sento onorato di essere stato nominato Chapter Leader qui in Brasile presso la mia università, a cui devo molto. Sono profondamente grato alla Luiss, che oltre alla mia formazione accademica mi ha dato l’opportunità di partecipare a varie attività che sono state fondamentali per la mia carriera. Ad esempio, ho avuto l’opportunità di fare uno stage all’estero in Brasile nel 2008 durante la mia triennale, presso la sede di corrispondenza dell’ANSA qui a San Paolo. La Luiss mi ha offerto sostegno con l’assicurazione e un potente sistema di borse di studio, che hanno permesso di studiare non solo a me, ma anche ad altri membri della mia famiglia. Siamo tutti molto grati. È un grande onore essere il rappresentante dei laureati qui in Brasile, in una comunità di professionisti di alto livello che si occupano di diverse attività commerciali, come manager, direttori aziendali, giornalisti, presidenti di camere di commercio e diplomatici. Collaboriamo e ci aiutiamo reciprocamente per ottenere successo non solo a livello individuale, ma anche collettivo. È fondamentale creare nuove collaborazioni e nuovi legami con istituzioni accademiche in questa parte del mondo, che è ancora in fase di sviluppo. Poiché in Italia stiamo affrontando una grave crisi demografica, è interessante stabilire contatti qui. Inoltre, è importante creare opportunità economica per le aziende che vogliono entrare nel mercato sudamericano, dove la presenza italiana è già significativa. In futuro, i laureati della Luiss potrebbero essere un motore di sviluppo per nuove imprese.
Nel corso della tua brillante carriera, contraddistinta da diverse esperienze internazionali, pensi che ci siano state delle “Sliding Doors”, ossia elementi, momenti, situazioni imprevedibili che hanno cambiato la tua vita, soprattutto dal punto di vista professionale?
Un momento cruciale è stato quando una mia amica della Luiss ha fatto uno stage presso l’ANSA a Parigi. Parlandone durante una conversazione a Viale Pola, ho deciso di presentare anche io la domanda e sono stato inviato qui in Brasile, dove è iniziata la mia carriera. Non avevo mai immaginato che un italiano potesse lavorare scrivendo in una lingua straniera e svolgere attività tipiche dei locali o dei nativi. Questa è stata una svolta fondamentale. Inoltre, è stato importante diventare corrispondente di Limes qui in Brasile, grazie al mio incontro con il direttore Caracciolo durante gli studi alla Luiss. Caracciolo era il mio professore di geopolitica al primo anno e sono stato il primo tesista. La collaborazione con Limes è iniziata subito dopo la laurea ed è stata cruciale per la mia carriera, dando vita ad altre attività, compresa l’insegnamento della geopolitica qui in Brasile. Le opportunità internazionali offerte dalla Luiss hanno avuto un ruolo significativo, come lo scambio universitario che ho svolto in Israele. Sono stato il primo studente italiano a partecipare a un’esperienza del genere in Israele, essendo il primo anno di accordo tra le università. La Luiss mi ha offerto una serie di importanti opportunità.
Possiamo dire che dal caffè di Viale Pola è iniziato questo percorso nel giornalismo che resta sempre un campo molto competitivo, un settore che negli ultimi anni è stato caratterizzato da una forte digitalizzazione. Raccontaci quali sono state, nell’ultimo periodo della tua carriera, le sfide più insidiose e in che modo sei riuscito ad affrontarle, anche grazie alle nuove tecnologie.
Il giornalismo sta attraversando un’evoluzione, una sorta di selezione naturale in cui solo coloro che si adattano riescono a sopravvivere. Questo si evidenzia con alcune testate famose che non riescono a tenere il passo con la concorrenza e chiudono. Le sfide più insidiose riguardano la capacità di rimanere interessanti e catturare l’attenzione del pubblico, al fine di mantenere utenti e generare entrate pubblicitarie. Una skill che ho sviluppato, anche prima della pandemia, è stata quella di apprendere il linguaggio SEO, fondamentale per scrivere articoli online, poiché la maggior parte delle informazioni viene veicolata in rete. La conoscenza di questo linguaggio è essenziale, poiché Google premia i testi scritti in modo ottimizzato. Questa sfida è in continua evoluzione, poiché l’algoritmo di Google cambia quotidianamente. Quindi, oltre a cercare notizie, i giornalisti devono anche saperle scrivere in modo da comparire tra i primi risultati di ricerca. La prossima sfida potrebbe essere l’intelligenza artificiale e la necessità di dimostrare agli editori l’importanza di avere giornalisti nella squadra, dato che molte realtà stanno sostituendo le persone con ChatGPT e simili. Il giornalismo si sta evolvendo e non è un dramma, fa parte del gioco. È importante creare un valore aggiunto nell’attività giornalistica per evitare di diventare una mera merce, in quanto in quel caso la competizione si baserebbe sul prezzo e l’uso di ChatGPT risulterebbe vantaggioso. Attualmente, la rilevanza sui social e sulle piattaforme di ricerca è fondamentale, ma la prossima frontiera sarà l’efficiente utilizzo dell’intelligenza artificiale per razionalizzare i tempi e concentrarsi su attività che richiedono intelligenza umana.
A proposito di consigli che ti senti di dare ai laureati Luiss perché molto spesso si ha il timore di fallire ma soprattutto la sfida più insidiosa è quella di mantenersi rilevanti, pensi che il network, le relazioni pubbliche, le opportunità che l’Associazione Laureati Luiss offre ai suoi iscritti possono aiutare anche a combattere queste sfide.
Per rimanere rilevanti, è importante comprendere ciò che accade intorno a noi e adattarsi costantemente. Un consiglio che vorrei dare ai laureati è di non smettere mai di studiare e aggiornarsi, anche dopo la discussione di laurea. Purtroppo, molti tendono a dimenticare quanto appreso, una volta completata la tesi di laurea, ma questo è un grave errore professionale. Viviamo in un’epoca in cui il mondo cambia rapidamente, e dobbiamo restare costantemente aggiornati per evitare di essere superati da persone più giovani che hanno studiato questioni recenti importanti per il mercato. Se non ci aggiorniamo, rischiamo di non riuscire a reinserirci in ambiti professionali adeguati al nostro titolo di studio. Nonostante le sfide, l’epoca in cui viviamo ci offre anche grandi vantaggi, come la facilità di accesso alle informazioni e la possibilità di svolgere molte attività a costi inferiori.
Il consiglio che vorrei dare è di non smettere mai di studiare, di aggiornarsi e di capire ciò che accade nel mercato in cui si lavora. Il timore di sbagliare e di fallire è comune, ma bisogna comprendere che il fallimento non è la fine del mondo. È importante fare tentativi in buona fede, dando il massimo, e imparare dai fallimenti, poiché spesso possono portare vantaggi e valore aggiunto all’attività. Nei primi anni dopo la laurea, è fondamentale provare e anche fallire, testare diverse attività e azioni per acquisire esperienza professionale e successivamente capire la carriera da perseguire. Le relazioni pubbliche e la rete di contatti sono essenziali per rimanere informati sulle novità del mondo e cogliere le opportunità che possono presentarsi. Un esempio personale è stato quando ho fatto domanda per uno stage presso la Commissione Europea. Grazie alle relazioni che avevo mantenuto, sono stato indirizzato a una posizione adatta alle mie esperienze precedenti. Successivamente, un mio collega ha seguito le stesse tappe ed è riuscito a occupare la posizione che avevo lasciato. Il network è importante per favorire la collaborazione e l’aiuto reciproco, consentendo di incontrare opportunità in campi professionali diversi.
Intervista a cura di Rita Gismondi e Angelo D’Alena, componenti di Direttivo dell’Associazione Laureati Luiss.