
Laureato Luiss in Economia e Commercio, imprenditore e una esperienza di oltre 30 anni nel mondo associativo di categoria. Angelo Camilli è oggi Presidente di Unindustria Lazio
Che momenti e che ricordi conserva dell’esperienza Luiss?
Mi porti indietro di un po’ di anni… Ho fatto la Luiss negli anni ’80, nella storica di sede di viale Pola 12 a Roma, e da figlio di imprenditore scelsi la facoltà di Economia e Commercio, con l’idea di poter lavorare nell’azienda di famiglia. Già a quel tempo entrare in Luiss era un fatto importante, perché era un’università riconosciuta, che dava grandi sbocchi, un ateneo privato di qualità con un collegamento con il mondo delle imprese. Per me è stato un percorso di studio completo, innovativo e ricco di esperienze orientate al lavoro. Oltre alle materie più tecniche, in grado di fornire a tutti noi studenti degli strumenti specifici, c’era un ulteriore elemento la frequenza in aula, che ha contribuito a creare rapporti con i colleghi e con i professori. Per me è stato un periodo importante e una esperienza che ricordo con piacere. Probabilmente lo avrò trasmesso anche a mia figlia perché anche lei ha deciso di studiare alla Luiss!
Cosa rappresenta, nel suo percorso personale e professionale, il mondo associativo?
Ho sempre coltivato l’interesse verso il mondo associativo, sin da quando ero più giovane, dapprima nel Rotaract, poi nel Rotary, impegnandomi sempre al massimo, convinto che dal confronto con gli altri sia possibile fare esperienze che arricchiscono. Poi, entrato nel mondo del lavoro, dapprima con l’azienda di famiglia e poi con la mia attività, mi sono avvicinato al sistema Confindustria, una volta iscritto al Gruppo Giovani imprenditori di Roma ho fatto un percorso associativo che mi ha offerto la possibilità di ricoprire delle cariche, come il Presidente dei Giovani imprenditori di Roma e poi della Piccola industria a livello regionale, per poi, nel 2020, esser nominato Presidente di Unindustria Lazio. In questi anni ho avuto la possibilità di conoscere problematiche di tipo sociale ed economico, non solo locali, ma anche nazionali e di confrontarmi con tanti colleghi imprenditori.
Una delle sfide più recenti, che la coinvolge in prima persona, e riguarda associazioni, territori e imprese, è la candidatura di Roma a Expo 2030. Da cosa nasce e che sfida rappresenta per il nostro Paese?
Tutto nasce nel 2020, con il programma proposto in assemblea elettiva, che oltre a progetti e tematiche che riguardano il sistema delle imprese della nostra regione, individuava in Expo un grande evento in grado di generare un impatto, non solo per la nostra regione, ma a livello nazionale. Una grandissima opportunità per far conoscere il nostro Paese, le eccellenze industriali e imprenditoriali e un’occasione di sviluppo per tutto il territorio italiano. Lo abbiamo proposto a settembre 2021, ricevendo il pieno supporto dell’allora Sindaca, Virginia Raggi e di tutti coloro i quali in quel momento correvano per la carica di Primo cittadino della Capitale. Così il Presidente del Consiglio Mario Draghi presentò ufficialmente la candidatura della città di Roma a Expo 2030 al Burea International des Expositions (BIE) e da lì è iniziato ufficialmente questo percorso che ha visto l’istituzione del Comitato di Candidatura, presieduto dall’Ambasciatore Giampiero Massolo e con la direzione generale del Ministro Plenipotenziario Giuseppe Scognamiglio. Con un significativo numero di associazioni di categoria – Unindustria, CNA Roma, Coldiretti Roma, Confcommercio Roma, Federlazio, Ance Roma-ACER e Confesercenti – e di imprese abbiamo poi creato la Fondazione Roma Expo 2030, per supportare il Comitato con attività di promozione della candidatura della Capitale.
Le altre città in corsa, oltre Roma, sono Odessa, Busan e Riyadh e dopo le visite degli ispettori, svolte tra marzo e aprile di questo anno, il BIE deciderà entro giugno quali candidature ammettere; poi l’appuntamento successivo sarà novembre con la votazione di 170 Paesi. Il progetto di Roma è ambizioso ed è stato apprezzato. Incrociamo dunque le dita! La Capitale ha davanti un decennio molto importante, il Giubileo del 2025 e il Giubileo straordinario del 2033. Qualora ospitasse anche Expo2030 avrebbe una cornice di grandi eventi e di investimenti davvero significativi e, dunque, la possibilità di realizzare progetti importanti sia di natura infrastrutturale che di riqualificazione generale della città e della nostra regione, considerando anche i fondi del PNRR.
Dopo questo balzo in avanti, proviamo a fare un salto nel passato. Cosa suggerirebbe al giovane Angelo Camilli, che muove i primi passi in università e poi in azienda?
Probabilmente gli direi che ognuno di noi ha le proprie attitudini e anche tempi diversi di maturazione, che non è detto che si debbano avere subito le idee chiarissime e che quindi è importante essere curiosi, sperimentare, seguire le proprie attitudini e aspirazioni. In verità, questo lo direi a tutti i giovani: trovare il proprio talento e la propria passione è fondamentale per fare un lavoro ricco di soddisfazioni e successi, qualunque sia il significato che ognuno attribuisca a queste due parole.
Virginia Gullotta, componente di Direttivo dell’Associazione Laureati Luiss.